Tutto nasce dalla richiesta presentata alla società Compass di sospendere le rate relative ad una polizza, come previsto dai provvedimenti adottati per l'emergenza Coronavirus.
"Dal momento in cui è partita la domanda – spiega Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – si è innescato il classico gioco delle tre carte. Al nostro assistito è stato chiesto prima di inviare una email ordinaria, poi una Pec, quindi di compilare il modulo online, che però non rilascia ricevuta. Nel frattempo, però, è partita all'attacco la società incaricata del recupero crediti, che ha iniziato a tempestare il consumatore di telefonate, alcune anche dal tono intimidatorio. Non è purtroppo un caso isolato, anzi è l'ennesima conferma di un sistema profondamente sbagliato. Invece di siglare accordi come quello firmato da Assofin con alcune associazioni dei consumatori, in cui si assicurano massima attenzione e disponibilità nei confronti dei cittadini, sarebbe il caso di agire veramente nel loro interesse, concedendo, come nel caso che abbiamo segnalato all'Antitrust, la sospensione delle rate e non costringendo il consumatore ad una corsa ad ostacoli per inviare la domanda per poi tartassarlo di telefonate per il recupero crediti. Purtroppo, dietro le promesse e gli impegni per i consumatori si nasconde una dura realtà, in cui scoprono di essere soli e abbandonati".
In caso di problemi legati all'emergenza Coronavirus, come l'impossibilità di pagare le rate di una polizza per sopraggiunte difficoltà economiche, è possibile richiedere l'assistenza dell'associazione Codici scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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