Da Colleferro una lettera toccante

L’associazione Codici ha deciso di intervenire in merito alla lettera, pubblicata dal quotidiano Cronache Cittadine, in cui la signora Mara Maggi racconta il trattamento ricevuto dal padre al Pronto Soccorso di Colleferro, dove l’uomo è stato ricoverato a metà maggio, quindi dimesso ed infine ricoverato nuovamente presso il Pronto Soccorso di un ospedale romano, dove è deceduto a inizio giugno.

“Prima di tutto – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – mi preme rivolgere, a nome dell’associazione, le più sentite condoglianze alla signora ed a tutti i familiari per la grave perdita. La lettera ci ha profondamente toccato. È il grido di dolore di una figlia per il trattamento riservato al proprio papà, una persona anziana di 91 anni, invalido al 100%, portato al Pronto Soccorso perché accusava dolori addominali e febbre. Ci sono tanti aspetti da chiarire, tante ombre da dissipare e per questo abbiamo deciso di intervenire, chiedendo alla Procura di indagare”.

Come raccontato nella lettera (qui il testo integrale pubblicato da Cronache Cittadine), l’anziano è stato ricoverato al Pronto Soccorso di Colleferro nel pomeriggio del 13 maggio. I figli riferiscono che solo verso mezzanotte e dopo richieste insistenti sono riusciti ad avere un minimo e generico aggiornamento sulle sue condizioni. Tutto rimandato al giorno seguente, quando i familiari spiegano di aver ottenuto un colloquio con una dottoressa, la quale gli avrebbero riferito che la situazione era grave. Stando sempre a quanto riportato nella lettera, solo la mattina del 15 maggio la figlia riesce finalmente a vedere il padre, da una finestra esterna del Pronto Soccorso e la scena è drammatica.

“Il racconto della signora è terribile – dichiara l’avvocato Marina Peretto, Responsabile di Codici Colleferro – il papà chiede in lacrime di tornare a casa e nel primo pomeriggio viene dimesso con l’indicazione, stando sempre a quanto riferito dalla figlia, di rivolgersi al medico di base perché l’urgenza era stata risolta. Una scelta criticata dai medici del Pronto Soccorso romano dove l’anziano è stato poi trasportato il 29 maggio e dove è morto l’8 giugno. Questa lettera ha scosso la collettività di Colleferro. Oltre ad unirci al dolore dei familiari, abbiamo deciso di agire, in quanto da anni ci battiamo per tutelare e garantire i diritti del malato, fornendo assistenza legale ai familiari al fine di verificare che i propri cari siano stati assistiti in maniera corretta. Bisogna fare chiarezza e, nel caso dovessero emergere irregolarità, individuare i responsabili”.