Codici: mentre la giustizia riconosce il diritto al rimborso per i consumatori, la politica tenta di salvaguardare gli interessi di banche e finanziarie

Al consumatore che estingue anzitempo un finanziamento devono essere restituiti tutti i costi pagati, con efficacia retroattiva.

È quanto ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2019, a cui si è rifatta recentemente la sesta Sezione Civile del Tribunale di Milano per rigettare l’appello presentato da una finanziaria contro l’accoglimento da parte del Giudice di Pace della domanda di rimborso avanzata da un consumatore. Una vicenda che l’associazione Codici rilancia, per due ragioni.

“Prima di tutto – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ci preme dare risalto ad una sentenza che rappresenta un importante punto a favore per i consumatori. Anche in questo periodo così difficile a causa della pandemia, abbiamo registrato comportamenti a dir poco scorretti da parte delle finanziarie, che hanno battuto cassa fregandosene dell’emergenza e delle conseguenze drammatiche che sta avendo anche sul piano economico. Con la sentenza Lexitor della Corte di Giustizia Europea viene stabilito che, in caso di estinzione anticipata del finanziamento, il consumatore deve riavere tutti i costi pagati, il che significa sia quelli legati alla durata sia quelli relativi alle spese up-front, con efficacia retroattiva entro i dieci anni precedenti alla sentenza. Un punto di partenza fondamentale per i consumatori, che devono far valere i propri diritti, che esistono e si basano su sentenze importanti. In seconda battuta, vogliamo stigmatizzare l’iniziativa di un gruppo di parlamentari di Forza Italia, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che, attraverso emendamenti distinti del decreto Sostegni riguardanti Lexitor, puntavano ad obbligare alla restituzione ai consumatori solo di tutto ciò che corrisponde a guadagno per la banca o la finanziaria. Nello specifico, si tratta degli emendamenti di Maria Virginia Tiraboschi ed altri 20 parlamentari Fi tra i quali Paola Binetti e Renato Schifani, dei Dem Gianni Pittella, Luciano D’Alfonso ed Andrea Ferro, e del pentastellato Emiliano Fenu. L’azione è saltata in quanto gli emendamenti non sono stati ammessi, ma resta la gravità di un’iniziativa che dimostra il disinteresse di questi parlamentari per i consumatori. Invece di pensare a tutelare i cittadini, si fanno proposte per salvaguardare gli interessi del mondo economico-finanziario, semplicemente inaccettabile e scandaloso”.