Elettricità, il bilancio dell'Autorità per il 2024

Nel 2024 l'Italia accorcia la distanza prezzi con l'Europa, ma oneri e componenti fiscali neutralizzano i risparmi possibili. Le famiglie tedesche sono sempre quelle che pagano di più, seguite da quelle italiane.
Dopo un 2023 caratterizzato dagli strascichi della crisi energetica con rincari generalizzati dei prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici in tutta l’Unione, nel 2024 il permanere di uno scenario internazionale complesso ha avuto come conseguenza significativi divari in Europa: in 10 Paesi i prezzi sono aumentati (tra questi Francia +19% e Portogallo +15%), in 17 sono diminuiti (Italia -8%, Lussemburgo -33%); di conseguenza sono stati adottati, rimodulati o sospesi interventi pubblici per il contenimento dei costi dell’energia. In Italia, le misure straordinarie 2022-2023 sono andate esaurendosi con il ripristino delle aliquote IVA ordinarie sul gas e con il progressivo ritorno alle condizioni ordinarie dei bonus sociali, sia in termini di platea dei beneficiari sia di contributi integrativi. Nonostante le forti differenze tra i singoli Paesi, il prezzo medio ponderato nell’Area euro è rimasto sostanzialmente invariato (+0,2%) attestandosi a 31,04 c€/kWh mentre l’Italia è tra i Paesi che hanno sperimentato la riduzione maggiore dei prezzi lordi dell’energia elettrica per i clienti domestici che sono scesi 38,64 a 35,7 c€/kWh. Si è, quindi, ridotto al 15% (era il 24,7% nel 2023) il differenziale rispetto alla media europea. Nel confronto con i principali Paesi di riferimento, i prezzi più alti si confermano quelli pagati dalle famiglie tedesche (41,13 c€/kWh), seguite da quelle italiane (35,70 c€/kWh), francesi (28,03 c€/kWh) e spagnole (26,26 c€/kWh). Stessa classifica per i prezzi netti, cioè senza oneri e imposte, che in Italia risultano del 14% superiori alla media dell’Area euro (25,92 c€/kWh vs 22,73 c€/kWh) nonostante le riduzioni registrate sia dalla componente energia registrato (-21%) sia dai costi di rete. I prezzi finali pagati dalle famiglie italiane, infatti, continuano a essere penalizzati dalle componenti di oneri, imposte e tasse il cui incremento del 28% ha annullato le riduzioni registrate dalla componente energia e dai costi di rete. Nel confronto internazionale, la componente fiscale italiana risulta essere la più elevata, superiore a quella della Francia (+51%), della Spagna (+36%), e della media dell’Area euro (+18%). Guardando alle classi di consumo, Il differenziale dei prezzi italiani con quelli tedeschi nel 2024 risulta negativo in tutte le classi, con un minimo (-20%) nella classe DE (superiore a 15.000 kWh/a) che rappresenta una quota residuale dei consumi domestici (circa il 2%). I differenziali rispetto alla Francia, sebbene in riduzione rispetto al 2023, rimangono positivi in tutte le classi, con un massimo (+11,8%) nella DA in cui rientrano i piccoli consumatori (fino a 1.000 kWh/a). Anche rispetto alla Spagna il differenziale è positivo e crescente per tutte le classi, passando da +17% per la classe DA a +37% per la DD (da 5.000 a 15.000 kWh/a).
ELETTRICITA’: IN ITALIA RIPRESA DEI CONSUMI (+2,3%) E PRODUZIONE (+3,2%), QUASI METÀ DELLA GENERAZIONE ANCORA DAL GAS (45%). FORTE RIPRESA DELL’IDROELETTRICO PER L’AUMENTO PIOGGIE (+30,2%), CALA IL TERMOELETTRICO (-6%). ALTI GLI EVENTI CATASTROFICI
I consumi di energia elettrica sono aumentati del 2,3%, la ripresa ha interessato quasi tutti i settori eccetto l’industria (-0,5%). La domanda italiana è stata soddisfatta per l’83,7% dalla produzione nazionale netta (escludendo l’energia destinata ai pompaggi) e per il restante 16,3% dal saldo con l’estero. La produzione nazionale lorda è cresciuta del 3,2% e si attesta a 273,3 TWh con le rinnovabili ancora in aumento (+14,9%), spinta principalmente dell’aumento nella produzione idroelettrica (+30,2%) che con 52,8 TWh è tornata ad avvicinarsi ai massimi degli ultimi dieci anni, che compensano il calo del termoelettrico (-6%). Inoltre, per il terzo anno di seguito sono stati registrati oltre 351 eventi meteo estremi che hanno causato danni (lo stesso livello del 2023) rispetto, ad esempio, ai 60 del 2015. Tra gli eventi catastrofici del 2024 spiccano le due nuove alluvioni in Emilia-Romagna in settembre e ottobre.
Nel 2024 il gruppo Enel si conferma il primo produttore con una quota del 13,4% (ancora in calo rispetto al 16,9% del 2023) seguito da Eni al 9,1% (stabile rispetto al 2023), sempre al primo posto per generazione termoelettrica (18,5%) seguito da Edison con l’8,9%. Enel scende al quarto posto con il 7,8% (era il 15,2% nel 2023).
Complessivamente, per l’anno 2024, i costi derivanti dall’incentivazione delle fonti rinnovabili sono risultati pari a circa 8,9 miliardi di euro (erano 7 mld € nel 2023 e 6,4 mld € nel 2022) a fronte di una quantità di energia elettrica incentivata pari a circa 35,5 TWh, il 36% della quale è stata prodotta da impianti fotovoltaici, il 25% da impianti eolici, il 22% dalle biomasse, il 14% da impianti idrici e, infine, il 2% dalla fonte geotermica.
In Europa cali diffusi per i prezzi dei clienti non domestici, anche in Italia -8,3% ma restano poco competitivi a causa della componente oneri, imposte e tasse (+65% su area euro).
Nel 2024, i prezzi dell’energia elettrica per i clienti non domestici hanno mostrato una discesa, di diversa intensità in quasi tutti i Paesi europei, con una contrazione del 14% per la media dell’Area euro che ha visto oscillazioni tra il -2,7% della Germania e il – 20,2% della Francia. Anche il prezzo lordo, comprensivo di oneri e tasse, pagato dalle imprese italiane è diminuito passando da 28,9 a 26,52 c€/kWh (-8,3%). Tuttavia, l’Italia ha nuovamente perso competitività rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei (+ del 24% rispetto alla media dell’Area euro) principalmente a causa dell’aumento della componente relativa a oneri, imposte e tasse (+15%), passata da 8,5 c€/kWh nel 2023 a 9,8 c€/kWh nel 2024. Questa componente rappresenta oggi la più elevata tra i Paesi analizzati con un +134% rispetto alla Francia e +65% rispetto alla media dell’Area euro.
Analizzando i prezzi per classe di consumo, Francia e Spagna si confermano i Paesi più competitivi, con la prima che ha visto un calo del 38% per i clienti con consumi da 70 mila a 150 mila kWh/anno (da 14,7 a 9,1 c€/kWh) mentre la seconda si mantiene su una riduzione del 7% in tutte le classi. Al contrario della Germania che ha mantenuto livelli più elevati in tutte quante le classi. In Italia, nelle classi di consumo in cui si concentra oltre la metà dell’energia acquistata per usi non domestici, ossia le classi IB e ID, i clienti italiani hanno sostenuto un prezzo totale superiore rispetto ai clienti omologhi dell’Area euro, rispettivamente dell’11% e del 9%.
ELETTRICITA’: DA LUGLIO OLTRE 1,6 MILIONI DI CLIENTI DOMESTICI NON VULNERABILI NEL SERVIZIO A TUTELE GRADUALI. IN LIEVE RIPRESA I CONSUMI DELLE FAMIGLIE, OLTRE LA METÀ PREFERISCONO OFFERTE A PREZZO FISSO. SI RIDUCE ANCORA IL NUMERO DEI VENDITORI
Il 2024 il settore elettrico è stato caratterizzato dall’avvio, a partire dal 1° luglio, del Servizio a Tutele Graduali per i clienti domestici non vulnerabili. Nel 2024 il numero di punti di prelievo domestici ha raggiunto i 30,5 milioni: di questi, 5,6 milioni sono stati serviti in Maggior Tutela, 1,7 milioni nel Servizio a Tutele Graduali e circa 23,2 milioni nel mercato libero (erano 21,4 milioni nel 2023). In termini percentuali, i punti domestici serviti nel mercato libero sono saliti al 76,3%, quelli serviti in Maggior Tutela sono scesi a 18,2% e quelli nel Servizio a Tutele Graduali sono il 5,5%. Dall’analisi dei consumi sotto il profilo geografico emerge che nel 2024 la quota delle famiglie che acquistano l’elettricità nel mercato libero è preponderante in tutte le Regioni: la porzione di energia acquistata nel mercato libero più bassa è in Calabria (85,4%), mentre la più elevata è in Val d’Aosta (96,9%).
Lo switching delle famiglie è nuovamente aumentato, sia che lo si misuri in termini di punti di prelievo (+4,9%) sia in termini di volumi (+2,3%): nel 2024 il 23,8% dei clienti domestici ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso dell’anno, nel 2023 il tasso era stato del 18,9%. È verosimile che l’uscita dal servizio di Maggior Tutela abbia avuto un discreto impatto sull’attività di switching dei clienti domestici, spingendoli a informarsi e a cercare un fornitore alternativo.
Nel 2024, si riduce ancora il numero dei venditori attivi che arriva a 741 (erano 765 nel 2023 e 806 del 2022). I volumi venduti al mercato finale si sono mantenuti stabili con circa 243 TWh (-4,4%) a 37,6 milioni di clienti domestici.
Il gruppo Enel rimane, come sempre, l’operatore dominante del mercato elettrico italiano con 24,8% delle vendite complessive (-6% rispetto al 2023), seguito dal gruppo A2A con una quota largamente inferiore e pari all’8,3%, (7,3% nel 2023) e dal gruppo Edison con il 6,3% (5,9% nel 2023). Il grado di concentrazione nel mercato libero si è un po’ ridotto: la quota dei primi tre gruppi è pari al 39,3% (era al 44,1% nel 2023); quella dei primi cinque è pari al 51,3% (dal 55,2% del 2023).
Lo scorso anno, il 54,8% dei clienti domestici ha sottoscritto un contratto nel mercato libero a prezzo fisso mentre il 45,2% ha scelto uno a prezzo variabile (nel 2023 queste percentuali erano rispettivamente 66,8% e 33,2%) ma la scelta potrebbe essere stata condizionata dalla prevalenza di contratti a prezzo variabile disponibili sul mercato. Sul fronte dei prezzi, i clienti domestici hanno pagato mediamente un prezzo più basso per la componente energia, pari a 237,18 €/MWh, rispetto ai 259,84 €/MWh del 2023 (quasi -23 €/MWh di differenza rispetto all’anno precedente). Nonostante queste riduzioni, dopo la parentesi del 2022, il mercato libero presenta nuovamente valori superiori al servizio di maggior tutela, per tutte le classi di consumo. Al 1° gennaio 2025, il prezzo dell’energia elettrica per un consumatore domestico (vulnerabile) residente in maggior tutela, con consumi annui di 2.000 kWh e 3 kW di potenza, è pari a 28,21 c€/kWh al netto delle imposte e a 31,28 c€/kWh al lordo delle imposte mentre per il Servizio a tutele graduali questi valori sono pari a 22,33 c€/kWh e 24,81 c€/kWh.