Doppio intervento di Codici in campo sanitario

Due casi su cui incombe lo spettro della malasanità, due vicende su cui l'associazione Codici ha deciso di intervenire per contribuire a fare chiarezza.

Il primo caso si è verificato a Roma. Un malore improvviso, la chiamata al 118, il trasporto in ospedale e lì la tragedia. Una donna di 67 anni, Rossana Alessandroni, è morta al policlinico di Tor Vergata a Roma dove era stata trasferita dal Vannini in seguito ad un calvario e per questo l’associazione Codici ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Un’iniziativa che rientra nell’attività portata avanti da anni nel campo sanitario e volta a fare chiarezza su presunti casi di malasanità. “Da quanto sta emergendo – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ciò che è accaduto all’ospedale di Tor Pignattara mostra quanto meno degli aspetti poco chiari, su cui è doveroso fare piena luce e questa è la ragione del nostro esposto”. 

Tutto ha inizio il 2 febbraio, quando la donna accusa forti dolori allo stomaco, fatica a respirare e decide così di richiedere l’intervento del 118. Trasferita in codice rosso al Vannini, le viene somministrato un antidolorifico, in attesa di una Tac che però verrà eseguita soltanto diverse ore dopo. Un’attesa lunghissima, che si sarebbe protratta per 10 ore, segnata da dolori tremendi. “È su questo ritardo – dichiara Giacomelli – che bisogna fare chiarezza. Quando è arrivato il risultato della Tac, i medici hanno disposto il trasferimento al policlinico di Tor Vergata, dove la paziente è stata sottoposta ad un intervento d’urgenza, che però si è rivelato purtroppo un tentativo vano di salvarla. Abbiamo appreso della replica del Vannini, che di fatto scaricherebbe sul percorso Covid l’allungamento dei tempi, e dell’avvio di verifiche da parte della Regione Lazio. È doveroso fare piena luce, c’è una donna che per ore è stata in preda a dolori fortissimi e che è arrivata in sala operatoria quando ormai la situazione era compromessa. Ci uniamo alla richiesta dei familiari, la magistratura deve fare chiarezza su quanto successo, appurare se c’è stata negligenza da parte dell’ospedale, se sono stati commessi degli errori. E se è malasanità, allora bisogna fare giustizia”.

Il secondo caso arriva da Caserta. Un primo intervento in una clinica in Abruzzo, poi l’inizio di un calvario e la decisione di una nuova operazione. Ora Angela Iannotta, 28enne di Santa Maria Capua Vetere, lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Caserta, dove è stata ricoverata ed operata per la terza volta in virtù di un drastico peggioramento delle sue condizioni. Tutto ha inizio nove mesi fa, quando la donna, sposata e madre di due figli, decide di sottoporsi ad un intervento di bypass gastrico per dimagrire. L’operazione viene eseguita presso una clinica abruzzese. Successivamente la giovane inizia sì a perdere peso, ma comincia anche ad avere difficoltà respiratorie e cardiache, febbre e dolori diffusi. Contattato nuovamente lo specialista che l’aveva operata, viene sottoposta ad un secondo intervento, questa volta in una clinica nel Casertano.

“È a quel punto che la situazione precipita – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e che viene disposto il trasferimento d’urgenza in ospedale, dove la donna è stata operata per la terza volta. Com’è possibile che da un intervento di bypass gastrico si sia arrivati al coma? Riteniamo doveroso fare chiarezza e per questo abbiamo deciso di sporgere denuncia, affinché vengano avviate le opportune indagini su questa vicenda, sugli interventi eseguiti in clinica, per capire se sono stati commessi degli errori e se ci sono delle responsabilità che hanno ridotto la donna in fin di vita”.