Errori medici, Codici scrive al Ministro

Una lettera che vuol essere un invito ad una riflessione, attenta e partecipata.

L’associazione Codici ha inviato una missiva al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in cui si chiede l’apertura di un confronto con le associazioni dei consumatori sulla depenalizzazione della responsabilità medica.

“La questione è molto delicata – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e ci dispiace che finora sia stato dato peso soltanto ad una parte. Nell’affrontare il tema degli errori medici è stato dipinto un quadro che vede schiere di pazienti scagliarsi senza validi motivi contro dottori ed operatori sanitari indifesi oltre che innocenti a prescindere. Il tutto ai danni di una macchina, quella della giustizia, che senza queste denunce marcerebbe spedita. Non è così. La realtà è un’altra e tutti la conoscono, al di là di racconti di parte e di dati interpretati nel modo che fa comodo. La malasanità c’è e tutelare i diritti dei cittadini è doveroso. Le denunce non sono una perdita di tempo, non sono una forma di accanimento gratuita ed infondata, come si vuole far credere. Lo dimostrano i casi che quasi quotidianamente si registrano in tutto il territorio nazionale, con punte preoccupanti in alcune regioni, anche questa storia ben nota a tutti da anni. È di pochi giorni fa l’esposto per un presunto caso di malasanità che si sarebbe verificato a Crotone, dove una ragazza ha atteso per ore in Pronto Soccorso prima di essere trasferita in reparto, dove è stata sottoposta ad un intervento d’urgenza che, purtroppo, si è rivelato vano. La giovane è morta dopo giorni di agonia ed i familiari hanno sporto denuncia, convinti che poteva essere salvata. Se si vuole intervenire sugli errori medici, rivedendone l’aspetto normativo, è doveroso tenere conto di tutte le parti in causa. È per questo che abbiamo deciso di inviare una lettera al Ministro Schillaci in cui chiediamo l’apertura di un confronto con le associazioni dei consumatori sul tema della responsabilità medica così da poter dar voce anche ai cittadini, rappresentando criticità e possibili soluzioni per risolverle. Procedere senza inserire nell’analisi generale i cittadini sarebbe grave”.