Bollette a 28 giorni, clamoroso al Tar

Oltre al danno, la beffa. Come se non bastasse l’ingiustizia delle bollette a 28 giorni, ora ci si mette anche il Tar con una sentenza duramente criticata dall’associazione Codici, pronta a dare nuovamente battaglia per tutelare i consumatori.

Il riferimento è alla decisione adottata dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio di annullare la multa da 228 milioni di euro inflitta nel gennaio 2020 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a Fastweb, Tim, Vodafone e WindTre per un’intesa anticoncorrenziale relativa al repricing effettuato nel ritorno alla fatturazione mensile. Il Tar ha quindi accolto i ricorsi proposti dalle compagnie telefoniche per contestare il provvedimento con cui nell’aprile 2018 l’Autorità confermò le misure cautelari provvisorie adottate il mese prima, fino ad arrivare al provvedimento del gennaio 2020 con cui fu accertata l’intesa restrittiva e furono inflitte le sanzioni.

 “Proprio in questi giorni in cui la riforma della giustizia è al centro del dibattito politico – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – arriva questa sentenza del Tar che dimostra che il problema non è la costituzione di parte civile delle associazioni, estromesse dai Tribunali con una decisione sconsiderata dalla Commissione Lattanzi, ma garantire ai cittadini la possibilità di far valere i propri diritti in aula. Perché poi ci troviamo di fronte a vicende scandalose come questa delle bollette a 28 giorni, dove l’Autorità accerta un’irregolarità, sanziona le compagnie scorrette e dopo anni di battaglia per ottenere i giusti e doverosi rimborsi per gli utenti che succede? Che oltre al danno arriva la beffa, perché il Tar pensa bene di tutelare le compagnie telefoniche. Una sentenza allucinante, che naturalmente non siamo intenzionati a subire passivamente, ma contrasteremo con forza per tutelare i consumatori, che non meritano questo ulteriore torto”.