L'ennesima previsione allarmante relativa al futuro dell'umanità minacciata dai cambiamenti climatici

L'altra settimana l'IPCC (organo di studio e previsioni sul clima terrestre dell'UNEP) in una conferenza stampa alle Nazioni Unite ha dimostrato che negli ultimi 20 anni i fenomeni estremi meteoclimatici su tutto il pianeta sono raddoppiati sia in frequenza che in forza distruttrice.

Lo studio è partito dal rapporto sullo stato globale del clima dello scorso anno elaborato dall'Agenzia Metereologica Mondiale (WMO), Il quale documenta i preoccupanti segnali fisici del cambiamento climatico in atto. In particolare analizzando l'aumento della temperatura sia nei mari che nelle terre emerse, con tutte le ripercussioni che vanno dalla fusione del ghiaccio dei due poli fino ad arrivare agli effetti a catena sullo sviluppo socio-economico, sulla salute umana, sulle migrazioni, sui processi di desertificazione, nonché sulla sicurezza alimentare.

Il Segretario dell'ONU Antonio Guterres ha sottolineato con una certa preoccupazione che l'obiettivo di rimanere sotto 1.5° C. di aumento delle temperature, stabilito nel 2015 dall'accordo sul clima di Parigi, è stato superato, ora dobbiamo puntare a non superare i + 2°C.

Quello che preoccupa gli scienziati è il fatto che il cambiamento climatico sta accelerando in maniera imprevista al punto che supera di gran lunga tutte le proiezioni previsionali fatte qualche anno fa dai climatologi.

A dimostrazione degli scenari catastrofici in cui tutta l'umanità si troverà tra non molto, oltre alla rapida fusione dei ghiacci di tutto il pianeta, si assiste da qualche tempo ad incendi inarrestabili in aree geografiche dove tale fenomeno era da sempre sconosciuto, vedi Alaska e Siberia, senza poi parlare dei colossali incendi difficili da spegnare in Australia, Indonesia e soprattutto in California dove qui le rigogliose foreste di sequoie sono ormai un cumulo di cenere.

Per gli equilibri geopolitici e quindi anche per il problema delle migrazioni di massa preoccupano molto i danni che i cambiamenti climatici stanno portando ai raccolti soprattutto delle aree africane e del Sudest asiatico causando di conseguenza una crescita della fame a livello globale. Siccità, inondazioni, aumento delle invasioni delle locuste minacciano i prodotti agricoli. Circa un miliardo di persone nel 2018 hanno sofferto la fame per scarsità di cibo determinata dai cambiamenti climatici; quasi 7 milioni di persone hanno dovuto spostarsi dalle loro terre per alluvioni, tempeste, cicloni.

Alla fine Guterres ha detto: "non dobbiamo permettere che la battaglia contro il coronavirus ci distragga dalla necessità di sconfiggere il cambiamento climatico, l'ineguaglianza e gli altri grandi problemi del mondo. Mentre la malattia sarà temporanea, ci si aspetta che il cambiamento climatico ci danneggerà per molti anni, rimarrà con noi per decenni e richiederà azioni costanti".

 

di Filippo Mariani