Il koala

Dopo il disastro degli incendi in Australia che ha causato la morte di milioni di animali, è doveroso dedicare questo spazio ad un grazioso mammifero che ha perso il 40% dell’intera sua popolazione.

Il koala è un particolare mammifero marsupiale australiano di taglia medio/piccola (l’adulto non supera i 9 kg di peso e gli 80/85 cm di lunghezza), nonché l’unico rappresentante vivente della famiglia dei marsupiali arrampicatori (Phascolarctidae). Il nome scientifico, Phascolarctos cinereus , deriva dal greco “phaskolos” (marsupio) e “arktos” (orso) e dal latino cinereus (grigio).

Caratteristica piuttosto atipica per un animale, il koala profuma, più precisamente ha un odore che ricorda quello delle “caramelle balsamiche”. Questo perché la sua alimentazione è basata totalmente sulle foglie e gemme di eucalipto; gli oli essenziali presenti in esse impregnano il pelo dell’animale, fungendo, tra l’altro, da protezione naturale contro i parassiti.

Il koala passa gran parte della vita sugli alberi di eucalipto, scende solo occasionalmente, quando deve cambiare pianta o inghiottire un po’ di terra e sassolini per favorire i processi digestivi.

Le sue abitudini sono prevalentemente notturne, durante il giorno sonnecchia saldamente ancorato alle biforcazioni dei rami (può rimanere quasi immobile per 18 ore).

Le foglie di eucalipto danno un apporto molto basso di proteine e grassi, per questo il koala presenta un metabolismo molto lento e deve dedicare gran parte del suo periodo di attività all’alimentazione (mangia da 0,5 kg a 1 kg di foglie al giorno). Le foglie di eucalipto sono ricche di fenoli e terpeni tossici (fatto che le rende tossiche per molte specie animali), tuttavia il koala ha un fegato in grado di disattivare completamente tali tossine.

Per poter assimilare la cellulosa questo marsupiale possiede un intestino cieco estremamente sviluppato, ricco di microrganismi simbiotici (flora intestinale) capaci di scinderla. Sotto diversi punti di vista il suo intestino cieco è paragonabile ad una “camera di fermentazione”.
Il koala non deve bere quasi mai, poiché trae l’acqua necessaria al suo sostentamento direttamente dalle foglie e gemme di eucalipto. Il nome “koala”, che deriva dall’arcaica parola australiana “gula”(colui che non beve), è proprio una conseguenza di tale caratteristica.

Il periodo degli accoppiamenti va da dicembre a marzo (estate australe), la gestazione, come consueto nei marsupiali, è piuttosto breve, dai 25 ai 30 giorni. Al momento della nascita il piccolo, che pesa appena 5 grammi, migra subito nel marsupio della madre dove rimane per circa 6 mesi, completando lo sviluppo primario e nutrendosi di solo latte materno. Passato questo periodo il cucciolo può uscire dal marsupio, anche se il suo svezzamento non è ancora completo; infatti i microorganismi, essenziale alla digestione della cellulosa, non si sono ancora formati nell’intestino cieco. Per sopperire a tale deficit il piccolo si nutre delle feci della madre, assumendo, così, della cellulosa predigerita e, nel contempo, cominciando a sviluppare la propria flora batterica. Lo svezzamento viene completato a circa 9/10 mesi e l’indipendenza viene raggiunta ad un anno.

Le femmine partoriscono un solo cucciolo, eccezionalmente due (nel marsupio vi sono solamente due capezzoli).
La maturità sessuale si ha tra i 3 e i 4 anni di età, mentre la durata media della vita di un koala si aggira intorno ai 20 anni.

Questo marsupiale possiede cinque dita prensili per zampa, dotate di affilati artigli che gli consentono di arrampicarsi agevolmente sugli alberi. Il koala è uno dei pochissimi mammiferi (oltre ai primati) ad avere le “impronte digitali”, che, tra l’altro, sono molto simili a quelle dell’uomo (logicamente non vi è alcuna stretta o diretta parentela, piuttosto si tratta di un notevole esempio di evoluzione coincidentale).

Il koala è diffuso lungo la costa orientale dell’Australia. Durante la prima parte dello scorso secolo  fu soggetto ad una spietata caccia per la sua pelliccia, fortunatamente negli anni ‘60 la caccia venne sospesa e la sua popolazione poté tornare a valori soddisfacenti, a parte i disastri climatici che minacciano la sua sopravvivenza.


di Gabriele La Malfa

Dopo il disastro degli incendi in Australia che ha causato la morte di milioni di animali, è doveroso dedicare questo spazio ad un grazioso mammifero che ha perso il 40% dell’intera sua popolazione.